Bivacco Margherita Bedin
Bivacco Margherita Bedin
Non sapevo che il 2 giugno fosse l’anniversario della scomparsa della piccola Margherita Bedin, alla quale è stato dedicato il bivacco fisso posto sulla sommità della Prima Pala di San Lucano. L’ho scoperto solamente all’interno del bivacco fissando, in una bella foto appesa alla parete, il volto sorridente di Margherita, che si spense tra le braccia di suo padre durante un’improvvisa e tragica bufera di neve sul Gran Sasso d’Italia esattamente trentasette anni prima.

E così mi sono fermato un attimo con il pensiero a ricordare Margherita nel suo anniversario, per condividere assieme a lei la bellezza di una giornata diversa trascorsa in montagna, e tutta la gioia e lo stupore che avevo vissuto io nel percorrere tutti i passi che dall’automobile mi avevano portato fin lì.

Anche il tempo sembrava volesse partecipare a questo momento: non un rumore o una parola (sono salito da solo) che non fosse il soffiare del vento e la nebbia a ricoprire di bianco il paesaggio.

Non avevo in testa un pensiero particolare questa volta - sì perché mi capita spesso di passare le lunghe giornate solitarie in montagna pensando a qualcosa - vuoi perché dopo aver scambiato quattro chiacchere con se stessi, magari dandosi coraggio nei passaggi più impegnativi o maledicendo la montagna in quelli più faticosi, si finisce con il rimanere in silenzio troppo a lungo e ci si stanca anche presto di imitare il cinguettio delle cince o di fare dispettosi il verso al cuculo. Ma salendo qualcosa ha comunque fatto breccia nella mia mente, che la monotonia insieme alla solitudine del versante di salita hanno contribuito poi a svelare.


Al Bivacco Margherita Bedin si sale a piedi da tre strade diverse. Io infatti ci ero arrivato qualche anno fa compiendo la classica traversata da sud a nord lungo il segnavia 765. Il percorso che mi mancava lo sognavo da anni, un po’ temendolo, un po’ fantasticandoci sopra e così quasi stupito mi accorgo che alle quattro e dieci di mattina sono già in macchina in direzione di Agordo. Da solo per questa volta. Sì perché uno è via con la morosa, l’altro ad un matrimonio, quell’altro ancora non in perfette condizioni fisiche. Ma sono tranquillo, neppure la nebbiolina che mi accoglie all’alba in Val Belluna è in grado di impensierirmi. E infatti, entrati nella conca agordina, il profilo delle Pale si staglia pulito nel cielo.
Al bivacco, tiro le file ai pensieri che mi sono portato dietro lungo la salita. E’ appunto la seconda volta che salgo fino a qui e mi accorgo infatti come siano ormai tanti gli angoli di montagna dove sono passato almeno una volta. Certo, mi porto dietro questa passione per la montagna da quando ero ragazzino, e quante stagioni ormai trascorse in giro per i monti. E’ naturale, che almeno in Dolomiti, abbia messo il naso un po’ dappertutto. Ma le regioni inesplorate non mi mancano di certo: ci sono gruppi montuosi dove non ho mai messo piede. Ma allora perché privilegiare ancora una volta un luogo già visitato prima e non cercare invece orizzonti nuovi?

La risposta mi è più o meno chiara e spiega anche il modo di andare in montagna che mi caratterizza da un po’ di tempo a questa parte. Spiegazioni parziali si ritrovano anche sparse qua e là su alcuni quaderni di bivacco o di vetta. Non era certamente necessario salire fin al Bedin per capire questo, ma mi ha fatto comunque bene lo stesso.
Il resto della giornata scorre tranquillo: al di là di Forcella della Besausega si ritorna alla luce del sole e i pascoli in piena fioritura donano ulteriore serenità. Insieme al mormorio dell’acqua mi abbasso velocemente lungo la Valle del Torcol, talmente velocemente che tiro dritto al bivio per Pradimezzo e mi ritrovo invece a Pradisopra. Poco male penso, è un angolo di paradiso anche questo, in una giornata così poi si sta proprio bene tra i prati, nel far scivolare le mani sopra i fili d’erba.

Se ad Agordo, come mi accorgerò poco dopo, un tappo di afa e nuvole basse staziona sulla conca, sopra Cencenighe il cielo è pulito, la visibilità buona e un forte vento spazza la montagna. Tanto che proprio a Pradisopra corro l’unico vero rischio della giornata: seduto con la schiena appoggiata alla parete di un vecchio rudere a godermi l’ombra e il vento, forse proprio a causa di quest’ultimo mi piomba addosso a nemmeno un metro di distanza un coppo giù dal tetto. Una nota di colore in una giornata così bella come non ricordavo da tempo. Ciao!

E così mi sono fermato un attimo con il pensiero a ricordare Margherita nel suo anniversario, per condividere assieme a lei la bellezza di una giornata diversa trascorsa in montagna, e tutta la gioia e lo stupore che avevo vissuto io nel percorrere tutti i passi che dall’automobile mi avevano portato fin lì.

Anche il tempo sembrava volesse partecipare a questo momento: non un rumore o una parola (sono salito da solo) che non fosse il soffiare del vento e la nebbia a ricoprire di bianco il paesaggio.

Non avevo in testa un pensiero particolare questa volta - sì perché mi capita spesso di passare le lunghe giornate solitarie in montagna pensando a qualcosa - vuoi perché dopo aver scambiato quattro chiacchere con se stessi, magari dandosi coraggio nei passaggi più impegnativi o maledicendo la montagna in quelli più faticosi, si finisce con il rimanere in silenzio troppo a lungo e ci si stanca anche presto di imitare il cinguettio delle cince o di fare dispettosi il verso al cuculo. Ma salendo qualcosa ha comunque fatto breccia nella mia mente, che la monotonia insieme alla solitudine del versante di salita hanno contribuito poi a svelare.



Al Bivacco Margherita Bedin si sale a piedi da tre strade diverse. Io infatti ci ero arrivato qualche anno fa compiendo la classica traversata da sud a nord lungo il segnavia 765. Il percorso che mi mancava lo sognavo da anni, un po’ temendolo, un po’ fantasticandoci sopra e così quasi stupito mi accorgo che alle quattro e dieci di mattina sono già in macchina in direzione di Agordo. Da solo per questa volta. Sì perché uno è via con la morosa, l’altro ad un matrimonio, quell’altro ancora non in perfette condizioni fisiche. Ma sono tranquillo, neppure la nebbiolina che mi accoglie all’alba in Val Belluna è in grado di impensierirmi. E infatti, entrati nella conca agordina, il profilo delle Pale si staglia pulito nel cielo.
Al bivacco, tiro le file ai pensieri che mi sono portato dietro lungo la salita. E’ appunto la seconda volta che salgo fino a qui e mi accorgo infatti come siano ormai tanti gli angoli di montagna dove sono passato almeno una volta. Certo, mi porto dietro questa passione per la montagna da quando ero ragazzino, e quante stagioni ormai trascorse in giro per i monti. E’ naturale, che almeno in Dolomiti, abbia messo il naso un po’ dappertutto. Ma le regioni inesplorate non mi mancano di certo: ci sono gruppi montuosi dove non ho mai messo piede. Ma allora perché privilegiare ancora una volta un luogo già visitato prima e non cercare invece orizzonti nuovi?

La risposta mi è più o meno chiara e spiega anche il modo di andare in montagna che mi caratterizza da un po’ di tempo a questa parte. Spiegazioni parziali si ritrovano anche sparse qua e là su alcuni quaderni di bivacco o di vetta. Non era certamente necessario salire fin al Bedin per capire questo, ma mi ha fatto comunque bene lo stesso.
Il resto della giornata scorre tranquillo: al di là di Forcella della Besausega si ritorna alla luce del sole e i pascoli in piena fioritura donano ulteriore serenità. Insieme al mormorio dell’acqua mi abbasso velocemente lungo la Valle del Torcol, talmente velocemente che tiro dritto al bivio per Pradimezzo e mi ritrovo invece a Pradisopra. Poco male penso, è un angolo di paradiso anche questo, in una giornata così poi si sta proprio bene tra i prati, nel far scivolare le mani sopra i fili d’erba.


Se ad Agordo, come mi accorgerò poco dopo, un tappo di afa e nuvole basse staziona sulla conca, sopra Cencenighe il cielo è pulito, la visibilità buona e un forte vento spazza la montagna. Tanto che proprio a Pradisopra corro l’unico vero rischio della giornata: seduto con la schiena appoggiata alla parete di un vecchio rudere a godermi l’ombra e il vento, forse proprio a causa di quest’ultimo mi piomba addosso a nemmeno un metro di distanza un coppo giù dal tetto. Una nota di colore in una giornata così bella come non ricordavo da tempo. Ciao!
Ospite- Ospite
Re: Bivacco Margherita Bedin
alessandro ha scritto:N
Al Bivacco Margherita Bedin si sale a piedi da tre strade diverse. Io infatti ci ero arrivato qualche anno fa compiendo la classica traversata da sud a nord lungo il segnavia 765. Il percorso che mi mancava lo sognavo da anni, un po’ temendolo, un po’ fantasticandoci sopra
Viàz drio la Spala?
Michelasso- Messaggi : 395
Data d'iscrizione : 27.03.12
Re: Bivacco Margherita Bedin
l'unica roba che avresti potuto fotografare sarebbe stato l'attacco della cascatella caiana (bella e storica peraltro)
così i tuoi amichetti non si perderanno nel bosco per andare all'attacco
ps: spiegami comeccazzo hai fatto a finire alla frazione abbandonata... che l'unica volta che volevo passarci non ho beccato la diramazione
pps: checcazzo c'entrano le due orchidee?
così i tuoi amichetti non si perderanno nel bosco per andare all'attacco



ps: spiegami comeccazzo hai fatto a finire alla frazione abbandonata... che l'unica volta che volevo passarci non ho beccato la diramazione



pps: checcazzo c'entrano le due orchidee?
Drugo Lebowsky- Messaggi : 857
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Bivacco Margherita Bedin
Non ti sei mai perso o hai dubitato del percorso su per il Viàz?
Alcune scelte, in certi tratti, non sono mica semplici.
Alcune scelte, in certi tratti, non sono mica semplici.
LucaVi- Messaggi : 3742
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Re: Bivacco Margherita Bedin
Esitazioni sul percorso più d'una, ma devo dire che sono stato parecchio fortunato non essendo tornato mai indietro neanche una volta, se non proprio all'inizio dove penso dica il Drugo (alla "cascatella caiana" ho infatti tirato dritto, ma c'erano delle bellissime formazioni geologiche da ammirare).LucaVi ha scritto:Non ti sei mai perso o hai dubitato del percorso su per il Viàz?
Alcune scelte, in certi tratti, non sono mica semplici.
C'è da dire che avevo dietro l'altimetro e comunque il percorso lo si trova descritto in più d'una guida

ciao!
Ospite- Ospite
Re: Bivacco Margherita Bedin
Le ho fotografate proprio perchè sapevo che ti avrebbe fatto piacereDrugo Lebowsky ha scritto:
pps: checcazzo c'entrano le due orchidee?



Cefalantera maggiore penso la prima, giusto? La seconda facile D. maculata

Ho visto anche una Neottia (la seconda, una anche sul Pinzat due settimane fa) ma sono brutte da fotografare e ho lasciato perdere... ciao

Ospite- Ospite
Re: Bivacco Margherita Bedin
dalla foto ... boh
si, parrebbe la longifolia.
ps: lascia perdere il lusenta che a lasciato l'ultimo dei neuroni in pancia a qualche zecca.
il primo canalone è quello che passi sulla cengetta dove hanno recentemente messo un cordino metallico
il secondo canalone è quello sotto alla cascatella e da lì in su la traccia è sempre buona
poi attraversi il canale/macereto sul quale si innesta la traccia che viene da malga del torcol e da lì in su, per colpa di quei cessi di faggi, la traccia a tratti si perde (o almeno io sono orbo).
ma se uno ha dubbi basta puntare sempre verso su, verso le crode e poi traversare sotto finchè si rintraccia la traccia bella evidente
e ci si dà dei mona.
si, parrebbe la longifolia.
ps: lascia perdere il lusenta che a lasciato l'ultimo dei neuroni in pancia a qualche zecca.
il primo canalone è quello che passi sulla cengetta dove hanno recentemente messo un cordino metallico
il secondo canalone è quello sotto alla cascatella e da lì in su la traccia è sempre buona
poi attraversi il canale/macereto sul quale si innesta la traccia che viene da malga del torcol e da lì in su, per colpa di quei cessi di faggi, la traccia a tratti si perde (o almeno io sono orbo).
ma se uno ha dubbi basta puntare sempre verso su, verso le crode e poi traversare sotto finchè si rintraccia la traccia bella evidente
e ci si dà dei mona.
Drugo Lebowsky- Messaggi : 857
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Bivacco Margherita Bedin
Bstrd
La prossima volta te le dò io le non perfette condizioni fisiche

La prossima volta te le dò io le non perfette condizioni fisiche

___________________________
crediamoci! [cit.]
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Bivacco Margherita Bedin
Sapevo che saresti arrivato, perché c'hai il chiodone in testa.
E dopo il Drugo militante (Porzus 1), abbiamo anche il Drugo compilatore.
E dopo il Drugo militante (Porzus 1), abbiamo anche il Drugo compilatore.
LucaVi- Messaggi : 3742
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Re: Bivacco Margherita Bedin
Com'è la storia di Margherita Bedin? Quanto piccola era e che ci faceva in G.S.?
Il perchè si chiamasse così il bivacco non lo sapevo.
Il perchè si chiamasse così il bivacco non lo sapevo.
___________________________
crediamoci! [cit.]
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
AndreaVe- Messaggi : 3250
Data d'iscrizione : 11.03.12
Re: Bivacco Margherita Bedin
Dalla foto che la ritrae nel bivacco sembrerebbe avere 16 anni.
LucaVi- Messaggi : 3742
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Re: Bivacco Margherita Bedin
"La risposta mi è più o meno chiara e spiega anche il modo di andare in montagna che mi caratterizza da un po’ di tempo a questa parte. Spiegazioni parziali si ritrovano anche sparse qua e là su alcuni quaderni di bivacco o di vetta. Non era certamente necessario salire fin al Bedin per capire questo, ma mi ha fatto comunque bene lo stesso."
A me non è chiaro per niente e leggere qualcosa che ti lascia in sospeso alcuni quesiti mi fa l'effetto di quando parti e hai la certezza di aver dimenticato qualcosa.
Specifica dunque!
Fortunati voi in Italia che avevate un tempo discreto!
I dubbi del Drugo e del LucaV sulle tue capacità di individuazione del percorso, sono emerse poiché dimenticano che ne hai fatta poca, ma importante Scuola col Gongo.
Il 2 giugno è morto anche Garibaldi.
A me non è chiaro per niente e leggere qualcosa che ti lascia in sospeso alcuni quesiti mi fa l'effetto di quando parti e hai la certezza di aver dimenticato qualcosa.
Specifica dunque!
Fortunati voi in Italia che avevate un tempo discreto!
I dubbi del Drugo e del LucaV sulle tue capacità di individuazione del percorso, sono emerse poiché dimenticano che ne hai fatta poca, ma importante Scuola col Gongo.

Il 2 giugno è morto anche Garibaldi.
Re: Bivacco Margherita Bedin
gongo, io probabilmente non so spiegarmi
non ho dubbi sul fatto che alessandro sappia trovare un sentiero
soprattutto se lo stesso, in salita, è delineato da una costa di crode e zoccoli sulla destra e da un bosco emmerda sulla sx
la mia risposta era rivolta al lusentini che (=LUI!) ha sparato un dubbio inutile.
adesso mi sono spiegato?
e pure non ho dubbi che la Scuola di Rumego GongoCai, sia una emerita sboronata inutile
a meno che uno non sia un domatore di zecche
non ho dubbi sul fatto che alessandro sappia trovare un sentiero
soprattutto se lo stesso, in salita, è delineato da una costa di crode e zoccoli sulla destra e da un bosco emmerda sulla sx
la mia risposta era rivolta al lusentini che (=LUI!) ha sparato un dubbio inutile.
LucaVi ha scritto:Non ti sei mai perso o hai dubitato del percorso su per il Viàz?
Alcune scelte, in certi tratti, non sono mica semplici.



adesso mi sono spiegato?
e pure non ho dubbi che la Scuola di Rumego GongoCai, sia una emerita sboronata inutile
a meno che uno non sia un domatore di zecche



Drugo Lebowsky- Messaggi : 857
Data d'iscrizione : 12.03.12
Re: Bivacco Margherita Bedin
Ommadonna Drugo!
Quel percorso anch'io l'ho fatto, ma quando arrivi nei pressi della confluenza con l'altro sentiero, per la Pissa e la Val del Tòrcol, qualche dubbio può venire su per la cinquantina di metri del canalone privo di tracce e di segni e non banale. Lì, non sei ancora sulla grande ed evidentissima rampa dove non è più possibile perdersi. E perfino chi era con me, e che ha cura dello stesso itinerario da diversi anni, ha convenuto che il tratto in questione è poco chiaro.
Quel percorso anch'io l'ho fatto, ma quando arrivi nei pressi della confluenza con l'altro sentiero, per la Pissa e la Val del Tòrcol, qualche dubbio può venire su per la cinquantina di metri del canalone privo di tracce e di segni e non banale. Lì, non sei ancora sulla grande ed evidentissima rampa dove non è più possibile perdersi. E perfino chi era con me, e che ha cura dello stesso itinerario da diversi anni, ha convenuto che il tratto in questione è poco chiaro.
LucaVi- Messaggi : 3742
Data d'iscrizione : 11.03.12
Località : Cimolais
Re: Bivacco Margherita Bedin



Come fareste se non ci fosse la sezione di Escursionismo eh...



Comunque la domanda di Luca era lecita: c'è stato un momento in cui mi sono effettivamente perso, sbagliando strada... ma è stato in discesa lungo il sent. CAI... (son finito infatti a Pradisopra)

Per non parlare delle peripezie per attraversare il Rù del Torcòl alla mattina... per fortuna che ero solo e nessuno ha visto



E comunque la cascatella che dice il Drugo nel secondo canale, e che viene riportata anche in due relazioni che ho letto, non c'era, cioè il torrentello era in secca. Io infatti cercavo e cercavo questo salto d'acqua... e cercando sono arrivato in cima


Ospite- Ospite
Re: Bivacco Margherita Bedin
La molla che mi ha spinto sabato a percorrere il Viàz è stata la foto di Lorenzo Massarotto all'interno del Kol del Disertor che Luca ha postato nel topic a lui dedicato.
Ma poco più avanti della cavità dove è stato fotografato Massarotto si trova anche questo di landro, giusto un attimo dopo aver doppiato lo spigolo del monte.

Nella guida alle Pale di San Lucano si legge infatti (se non ricordo male... non c'è l'ho sotto mano in questo momento) che il Kol s'incontra proprio dopo lo spigolo, quando si inizia a intravedere la parte superiore del percorso. E, la cosa che mi ha colpito di più nella relazione, è stato leggere di un "tappeto di bacche", come la foto più in alto testimonia.
Quindi
Ma poco più avanti della cavità dove è stato fotografato Massarotto si trova anche questo di landro, giusto un attimo dopo aver doppiato lo spigolo del monte.

Nella guida alle Pale di San Lucano si legge infatti (se non ricordo male... non c'è l'ho sotto mano in questo momento) che il Kol s'incontra proprio dopo lo spigolo, quando si inizia a intravedere la parte superiore del percorso. E, la cosa che mi ha colpito di più nella relazione, è stato leggere di un "tappeto di bacche", come la foto più in alto testimonia.
Quindi

Ospite- Ospite
Pagina 1 di 1
Permessi di questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum
|
|